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Aggiornato al 2021
Non ho Whatsapp e me ne vanto. Anche se ho Facebook e Instagram (senza il numero di cellulare impostato) quindi ho già dato la mia anima a Palo Alto.
Come tutte le cose però a fare la differenza nel dare la propria anima (la nostra essenza ovvero chi siamo, in poche parole i dati che nessuno considera) è come la si cede.
Essere consapevoli
Quando si installa Whatsapp si accettano i termini e condizioni e successivamente si dà l’accesso a tutti i contatti della propria rubrica.
Sul secondo punto senza chiedere i permessi che i numeri di cellulare di altre persone siano condivisi con i server di Facebook, ti prendi tu la responsabilità.
Il problema è che il numero di cellulare è un dato personale coperto da privacy che espone problemi a cui non si pensa.
Prima di tutti si cede a una azienda (straniera ma non russa e quindi c’è meno scandalo) e si espone quando lo si invita nei gruppi. Uno vorrebbe poter anche partecipare nei gruppi ma perché devo dare il mio cellulare a chiunque? Dopotutto il codice fiscale non lo diamo a tutti no?
Ritornando sui termini e condizioni che nessuno legge scopriamo che:
- Richiede minimo 16 anni in Europa (mentre 13 nel resto del mondo causa legge americana COPA) per usarlo (come Facebook)
- Non è possibile raccogliere dati personali di terzi ma dopotutto hai già il loro numero di cellulare
- I nostri dati sono condivisi su Facebook
Questa infografica che gira su internet dimostra il livello di accesso dati di varie app di messaggistica, la differenza con Signal e Telegram che si può disattivare la condivisione dei contatti e l’app continua a funzionare.
Non sono su Facebook/Instagram quindi non mi importa
Una risposta classica di tanti che non hanno capito come funziona internet.
Tu non lo usi ma le persone intorno a te si, tramite te Facebook riesce a capire le amicizie, gli interessi e fare delle relazioni/associazioni tra te come persona e gli altri.
Inoltre ci sono molte persone che hanno documentato come le pubblicità su Facebook/Instagram prendano come riferimenti il contenuto scambiato su Whatsapp.
Una cosa non nuova che succedeva già con Facebook Messenger, quindi alla fine il dato (inteso come storico della chat) è criptato ma non i tuoi interessi.
Nell’era dello scandalo Cambridge Analytica ancora si è restii ad accendere il cervello. Se un servizio è gratis, i tuoi dati e te come utente siete la moneta.
Quindi per te non ci sono ricadute adesso ma un domani probabilmente si, e anche per le persone intorno a te, nella tua rubrica telefonica.
Dimostrato inoltre come Whatsapp e gli altri servizi Facebook leggano e interpretino i file condivisi dalle foto ai documenti per raccogliere informazioni.
Quindi cosa fanno con queste informazioni?
Le truffe
Whatsapp è perfetto per fare delle truffe perché permette di avere il cellulare che è un dato sensibile.
Tramite questo dato è possibile risalire a un mucchio di cose, ad esempio su Facebook si può inserire il numero di cellulare e trovare il profilo.
Ci sono modi leciti e illeciti per risalire dal cellulare alla residenza e altri dati, in poche parole le serie poliziesche non sono una finzione. Non dimentichiamoci il data leak di Ho con tutti i numeri di telefono e i dati personali.
Vi faccio un esempio che mi è successo su Telegram:
Questo fatto è stato d’ispirazione per questo articolo ma è realtà. Non ho idea di chi sia questa persona e il mio numero non è disponibile su Telegram, se avessi dato il mio cellulare la persona mi avrebbe contattato effettivamente?
Oppure avrebbe duplicato la mia identità e usato un numero di telefono vero per i suoi Interessi?
Non possiamo saperlo ma dare un dato sensibile coperto da GDPR in questo modo è molto da sprovveduti.
Vi condivido inoltre la mia collezione di chat di spammer che hanno rubato account o no che mi contattano periodicamente su Telegram. Queste cose succedono anche su Whatsapp ma su Telegram è molto più facile individuarli e avere informazioni, tipo se siete negli stessi gruppi e altro del profilo, inoltre vengono bannati e cacciati.
Non si può usare per ogni cosa
Ci sono dei contesti in cui usare un servizio estero, per cose sensibili come ad esempio la politica è rendersi vulnerabile.
Qualche giorno fa è uscita una notizia in cui il governo americano sta valutando di usare altre soluzioni interne per parlare tra i vari impiegati.
Nel caso americano si legge che per le comunicazioni ufficiali si devono usare le email, non una chat che a livello legale non a molto valore e che può essere facilmente estrapolata da diversi software di recupero dati.
Come si diceva una volta ci sono strumenti per ogni cosa ma non tutti vanno bene per tutti/o.
Se la cultura della sicurezza non è presente nei più alti livelli non mi stupisco di come potrebbero essere trattati i nostri dati personali dallo stato come le cartelle cliniche, multe, reddito e così via.
Inoltre parliamo degli USA dove il software è made in USA (come i server) e si fanno dei problemi, ma noi no.
Destinato a morire
Notizie di non molti mesi fa parlano della possibilità di Facebook di voler permettere la comunicazione tra Whatsapp, Instagram e Facebook Messenger.
Tutto questo comporterà il fatto che chi ha già FB o Instagram non avrà bisogno di usare Whatsapp ma condividerà la rubrica telefonica direttamente con quelle app.
Chi ci dice che nel futuro non nasca una nuova applicazione che le unisce tutte quante?
Io sono lì ad aspettare il cadavere del nemico lungo il fiume cosi (pensando a tutti gli amici che mi dicono di abbandonare Telegram):
Postilla
Nel 2021 si parla anche al bar effettivamente dello spionaggio di Whatsapp. Direi che è un grande traguardo perché significa che ora l’attenzione è finalmente rivolta anche a queste cose.
Vi lascio la spiegazione via twitter di un avvocato in italiano su questi cambiamenti legislativi.
Nella 6 puntata del mio podcast parlo dell’argomento velocemente.
https://twitter.com/ebobferraris/status/1347567929739636742