Perchè vivo di open source – 2017 edition

Uno degli articoli di maggior successo del mio sito è Perchè vivo di Open Source quindi voglio fare una versione aggiornata riguardo lo scorso 2016 che ha portato a molti cambiamenti.

Consiglio quindi di leggere il precedente per non perdere il filo del discorso.

Perché posso

Queste due parole spiegano perché lo faccio, perché io posso e tu puoi fare la tua parte, in qualunque contesto.

Approfondendo letture come il coaching ma altre di tipo manageriale sul lavorare con gli altri ma sopratutto confrontarsi con gli altri sono il punto focale.

Una delle letture che consiglio è questo Connected Devices: Contributor Experience Research, realizzato da Mozilla e si tratta di un analisi di 27 volontari riguardo la loro vita da contributor. Una bella sorpresa è stata scoprire che tra i 27 ci sono io e ritrovarsi dopo un anno a leggere cercando di vedere se il mio pensiero è cambiato, credo di essermi individuato in P10.

Il primo punto direi che oggi è cambiato completamente perché gli articoli di questo sito lo dimostrano, abbiamo aumentato la partecipazione e creato nuovi club oltre che reclutato nuovi volontari.

Il secondo invece non è cambiato per niente e lo dimostrano le mie molte partecipazioni come programmatore ma anche per dare una mano in altre comunità e realtà fornendo la mia esperienza ed il mio modo di vedere l’approccio.

In poche parole io posso fare la mia parte perché come persona posso farlo, a prescindere dal contesto dove posso avere più esperienza o meno.

Perché l’esperienza non basta mai

L’anno scorso non avrei mai pensato di leggere un libro sul coaching o sul metodo Agile. Invece le cose cambiano e ci si trova a scoprire nuove aree in cui ci si può appassionare leggendo qualcosa che sembra noioso.

Partecipare al Community Leadership Summit è stato interessante per confrontarsi con altri che si interessano di far funzionare la propria community.

Quando parlo agli eventi con dei ragazzi più giovani di me gli dico sempre che l’esperienza del lavoro di gruppo e nei progetti è importante nella vita lavorativa ma anche come persona. Questa esperienza non la insegnano i libri o un esame o un cliente fastidioso ma il lavorare con le persone per una passione.

La passione permette di approcciare in modo diverso e più umano oltre che incontrare dal vivo degli amici con cui si lavora online.

Perché il confronto porta a grandi risultati

Uno dei grandi insegnamenti del 2016 in ambito open source è stato il confronto.

Le mie pull request quest’anno hanno ricevuto revisioni e suggerimenti mentre prima in passato venivano solo approvate, questo dipenderà perché queste erano più avanzate ma forse anche perché mi ponevo in ascolto chiedendo suggerimenti dagli autori stessi. In questo modo li motivavo anche a velocizzare l’approvazione e renderli partecipi nel mio lavoro.

Ho provato questo effetto per la prima volta sempre quest’anno durante hacktoberfest in alcuni miei progetti dove ero io che facevo le revisioni e davo suggerimenti.

Dal punto di vista come comunità in Mozilla Italia ci sono stati molti cambiamenti che mi hanno permesso di confrontarmi con altri Italiani per decidere cosa fare insieme ed i risultati si vedono.

In poche parole il confronto aiuta a realizzare un risultato più ampio e migliore e l’approccio diventa la base per le attività successive. Quindi ogni passaggio diventa la base e si da per scontato al successivo quando si lavora in un team.

Per lo stesso motivo è importante continuare a rimanere aperti e trovare nuovi metodi di coinvolgimenti degli altri, siamo sempre una comunità e quindi il gruppo deve ampliarsi, non ridursi.

Anche in ambito come relatore far parte di un gruppo che si aiuta e si confronta è importante anche solo per fare due gesti con le mani e spiegare quanto è bello l’Open Web senza parlare di cose complicate.

Vivere anche in altre realtà come WordPress o Industria Italiana del Software Libero può sembrare una complicazione ma aiuta a scoprire nuove cose e realtà.

Perché altrimenti mi annoio

Potrebbe essere semplicistico ma avere una vita impegnata specialmente in un ambito dove il proprio lavoro si incontra con la propria passione è un mettere in borsa nuove conoscenze.

L’annoiarsi invece è brutto ed essere impegnati permette di essere anche più soddisfatti dei propri risultati.

“Con l’open source non ci si annoia mai, qualcosa da fare si trova sempre” è una delle mie frasi ricorrenti quando cerco nuovi volontari ed insieme a tutto questo discorso si riesce a capire quanto è importante.

In un mondo dove fare la propria parte è difficile, l’open source permette di farlo con un foglio di carta ed una connessione ad internet.

Perché… Mamma Mia!

Perché le foto di gruppo sono le migliori 😀

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