Industria Italiana del software libero: la nascita

Con un titolo del genere la mia mente pensa ai film d’azione o di avventura con nemici pericolosi con trame molto avvincenti e che spesso sono ignorati al botteghino ma che vengono rivalutati anni dopo come capolavori o capisaldi del genere.

Allo stesso tempo mi é sembrato il modo migliore per fare il resoconto del 2 forum e della costituzione come associazione, anche perché altrimenti il titolo sarebbe stato veramente molto lungo.

Quindi prima di proseguire quello che state leggendo é un resoconto informale di cosa é stato il 9 Marzo per me come persona, come membro attivo e come appassionato riguardo questo progetto.

Per questioni di brevità abbrevierò il nome in IISL, cercherò di essere il meno tecnico possibile e ti avviso che l’articolo é molto lungo.

La scoperta di IISLiisl1

Ho scoperto IISL tramite i suggerimenti di Facebook, cosa strana perché non ha mai azzeccato e questo rende il tutto piú curioso perché ho sempre ignorato questi suggerimenti.

Quel giorno ho deciso di dare una chance a questo gruppo perché si proponeva diversamente, non era il solito gruppo di appassionati come ce ne sono tanti sui social che dopo qualche mese diventano noiosi e uno si cancella.

Allo stesso tempo nemmeno integralista ma pragmatico e consapevole che non ci può essere software libero per ogni situazione anche se preferibile.

FB mi ricorda che sono entrato il 4 settembre 2014 e che il gruppo era giá attivo da giugno.

In quel periodo lavoravo come programmatore freelancer, infatti solo qualche mese dopo, precisamente il 18 febbraio 2015, avrei fondato la web agency Codeat con Andrea ed Eugenio.

Si puó dire quindi che ero interessato dal punto di vista professionale al concetto di software libero come professionista perché in Italia non c’era granché.

L’unico evento infatti é l’Open Source Day organizzato da Red Hat a cui sono andato nel 2013 e che mi ha fatto una impressione strana, persone in giacca e cravatta (i classici UL), interventi dedicati solo alle certificazioni o sulle possibilità di uso dei software in larga scala e niente di concreto tale da definire l’evento con questo titolo.

Cosa sono gli UL? Vorrei dire che sono cresciuto con “Le storie della sala macchine” e “Io e gli utonti” ma li ho scoperti solo nel 2011-2012 quindi oramai ero bello che cresciuto.

Questi blog mi hanno fatto scoprire cosa significa per un esperto di informatica, diciamo di soluzioni alternative di tipo open source, discutere con quelli che di informatica sanno a malapena usare Facebook.

Quindi mi sono detto, gli italiani non sono pronti per usare (scoprire era troppo) il software libero, i nativi digitali non sanno usare veramente il computer e rischiamo di andare verso l’ignoranza.

Bisognava fare qualcosa!

Quello che é successo dopo lo ricordo poco, si parlava di fare una associazione, che i documenti erano giá pronti, c’era un piano strategico e che c’era la voglia di fare qualcosa di diverso.

Qualcosa oltre l’amatoriale, come i fantastici LUG (Linux User Group), per cambiare il nostro paese.

Quindi rispetto agli altri gruppi qui ci riunivamo in videoconferenza per decidere cosa fare e abbiamo organizzato il primo incontro a Roma per conoscerci l’anno scorso.

Ripensandoci oggi volevamo anche costituirci un anno fá, senza conoscerci tra di noi, senza confrontarci e senza studiare la situazione.

E abbiamo fatto bene ad aspettare un anno!

Il primo anno

Aspettare un anno é stato importante, ci siamo conosciuti tra di noi del cosiddetto direttivo.

Direttivo é stato un termine ambiguo perché non siamo stati eletti (in quel momento) ma eravamo le persone interessate, attive che volevano fare effettivamente qualcosa, che io chiamo tra me e me i meritevoli.

Abbiamo definito le nostre priorità, definito l’organizzazione, preparato il sito e avviata la promozione.

In quest’anno abbiamo studiato come relazionarci, cosa avevamo bisogno di fare e per quale motivo lo stavamo facendo.

In passato infatti in Italia ci sono stati dei tentavi per fare una cosa del genere che non sono riusciti.

Quello che volevamo e vogliamo fare non é solo una rete di imprese o professionisti che lavorano prevalentemente in attivitá che riguardano il software libero, ma anche di cambiare il modo di pensare degli italiani ma sopratutto di creare una community di professionisti in cui l’interesse primario non é portare l’acqua al proprio mulino ma di lavorare insieme.

Infatti la cosa che ci accomuna non é il lavoro ma la passione in quello che facciamo e che vogliamo cambiare il bel paese.

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Perché ora?

In poche parole dall’amatoriale dei LUG bisognava fare il passaggio successivo e di collaborare tra aziende per fare la differenza.

Personalmente nel passare del tempo ho preso fiducia in questo progetto per via delle persone, che oramai posso chiamare amici, e dalle cose avvenute lo scorso anno nel nostro paese.

Dalla situazione Hacking Team, che ha risaltato il problema della privacy, dall’azione di LibreItalia sul nostro territorio e dalle molte storie di migrazioni.
Una piccola nota su LibreItalia, ad oggi secondo me é la associazione piú influente, attiva e diffusa e che ha avuto i migliori risultati. Basta citare la migrazione del ministero della difesa ma preferisco non dilungarmi in questo.

La community

In poche parole, l’Italia é pronta, é il momento favorevole per provarci con un modo di fare da community ma allo stesso tempo professionale e trasparente ed aperto a tutti.

Diciamo un “o adesso o mai più” invece di un “si salvi chi può”.

Quello che ci differenzia dagli altri tentativi o realtà é che noi siamo una community di professionisti, ma rimaniamo una community di persone che conosce il software libero.

Sappiamo cosa significa collaborare gratuitamente in progetti per il beneficio di tutti ma sopratutto che crediamo in dei valori.

Allo stesso tempo qualcosa di meno istituzionale ma con una lunga esperienza insomma qualcosa di mai visto in ambito aziendale in Italia.

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La costituzione

9 marzo, Roma ci siamo costituiti passando la mattinata a discutere sullo statuto insieme ad avvocati (Marco Ciurcina, grazie!) e Italo Vignoli (The Document Foundation, che non vuole del lei!) e alla community che ha voluto partecipare.

Voglio sottolineare che i partecipanti sono venuti spontaneamente, anche monetariamente, da tutta Italia.

L’evento stesso é stato spontaneo che ha dimostrato le nostre mancanze organizzative nel pomeriggio dalle slide mancanti, dagli orari e dalla promozione quasi inesistente.

Allo stesso tempo é stato un evento agile, ci siamo organizzati secondo le necessità dei relatori (i treni mica ci aspettano).

Abbiamo organizzato l’evento con 4 keynote intervallati dai vari pitch di noi del direttivo perché noi siamo i primi che dobbiamo dare l’esempio.

Tralasciando i vari pitch preferirei parlare dei keynote che mi hanno permessi di approfondire alcuni temi.

Avendo a disposizione tre avvocati esperti di licenze, digitale e software libero abbiamo potuto approfondire la storia dell’informatica, dell’articolo 68 e del CAD e della situazione legislativa del nostro paese. Cose che per un programmatore come me erano soltanto conosciute marginalmente.

In poche parole quello per cui dovremo combattere da oggi in poi e dove dovremo attivarci per cambiare la situazione.

Il quarto relatore era Italo Vignoli che ci ha parlato della differenza tra software libero e proprietario in termini di sicurezza e di affidabilità nel lungo periodo e di come una migrazione é fattibile soltanto con una formazione precedente la migrazione effettiva.

Un dettaglio importante perché le persone vanno preparate ad un passaggio attraverso una nuova tecnologia non abbandonate senza pianificazione.

Ci siamo dati da fare e questo non può che essere il primo passo!

Eravamo pochi ma buoni, cosa non da poco perché cosi abbiamo un solo obiettivo: diventare sempre di più e lavorare meglio.

In Italia si dice spesso Quando si tratta di criticare o lamentarsi siamo tanti ma quando si tratta di fare non c’é nessuno.

Qui di fare invece c’eravamo e quindi ci daremo da fare.

Come mi iscrivo?

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Ci siamo appena costituiti con una decina di membri tra aziende, liberi professionisti ed associazioni e dobbiamo organizzarci proprio per definire questa parte.

Il sito allo stato attuale contiene solamente il modulo di iscrizione per le aziende mentre le tipologie di soci previste dallo statuto sono 4.

Socio ordinario: In poche parole il libero professionista la cui attività lavorativa prevalente ricade nei fini dell’associazione

Socio azienda: l’organizzazione la cui attività lavorativa prevalente ricade nei fini dell’associazione

Socio membro della comunitá: l’appassionato, che può non lavorare secondo i fini dell’associazione, che collabora in attività o progetti che ricadono secondi i fini dell’associazione

Socio organizzazione della comunitá: una associazione ad esempio che non esercita commercialmente ma che ricade nei fini dell’associazione

Conclusione

Innanzitutto grazie della pazienza nel leggere questo resoconto!

Se vuoi iscriverti ti chiediamo di aspettare il tempo di organizzarci ma intanto puoi seguire la nostra pagina Facebook ed il nostro gruppo in cui discutiamo sulle varie attività che ci riguardano.

Per chi vuole approfondire come si elegge il direttivo, chi é stato nominato, lo statuto, il regolamento ecc vi lascio il link ai documenti ufficiali https://goo.gl/v31yBI

SPOILER: Sono il Vice Presidente dell’associazione, anzi il membro più giovane del direttivo che dimostra anche che i giovani in Italia si danno da fare perché non sono l’unico giovane membro di questa associazione.

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